Tinder: questo nome non mi è nuovo! Le possibili reazioni all’esistenza di questa nuova app sono due. Ci sono i super esperti che ti risponderanno “Ancora non ce l’hai? Ce l’hanno tutti!” e gli ingenui che ti chiederanno “Cos’è?”. Se fate parte della seconda categoria vi accenno brevemente di cosa si tratta.
Tinder è una dating App tra le più semplici ed immediate da usare. In inglese Tinder può significare esca e non fa presupporre nulla di buono ma significa anche fiamma, quella che con una metafora più rassicurante è rappresentata nell’icona della App. Basta scaricarla sul proprio smartphone, accedere tramite il proprio profilo Facebook e tecnicamente siete già operativi. Potete personalizzare il vostro profilo sintetizzando chi siete in un massimo di sei foto e 500 caratteri. Tanto basterà agli altri sapere di voi e a voi degli altri. Infatti, impostati i paramatri della vostra personale ricerca in base alla distanza, l’età e il sesso della persona che state cercando, avrete a disposizione una infinita lista di profili di nuovi possibili partner tra cui scegliere. Uno switch a sinistra eliminerà dalla vostra vista il candidato che non giudicate alla vostra altezza, uno switch a destra significherà che avete apprezzato quanto trovato. Se fatalità vuole che due utenti esprimano preferenza positiva l’uno per l’altro allora (e solo allora) gli sarà consentito l’accesso ad una chat privata dove parlare.
Onestamente io ne avevo sentito parlare un po’ di mesi fa come una moda d’oltreoceano e mi aspettavo che l’italiano medio ci mettesse come al solito un discreto lasso di tempo prima di assimilare la novità. Non è così, avevo trascurato che l’italiano medio quando si tratta di “acchiappo” diventa più scaltro, rapido e ricettivo. Così quando mi sono ritrovata al classico aperitivo tra amiche ho scoperto con mia sorpresa che una di loro già lo usava da un po’. Ho immediatamente pensato che il fenomeno meritasse un approfondimento ed eccomi qui. Proprio ieri ho scaricato Tinder, ho seguito i pochi passaggi e ho cominciato a switchare. Se siete dei neofiti Tinder può nascondere da subito delle insidie. Il rischio è scoprire più di quanto si voglia. A me sono bastati quattro switch per trovare il profilo del mio ultimo ex fidanzato, del mio professore dei tempi dell’università e di tutta una serie di insospettabili. Su Tinder pare non manchi proprio nessuno. Lo switch è divertente ma letale. Se siete un minimo esigenti è probabile che cadiate nel tunnel dello switch negativo fino a quando vi capiterà sotto gli occhi qualcuno non male ma ve ne accorgerete quando sarà troppo tardi, il vostro gesto automatico lo avrà cancellato per sempre. Initile cercare di riportarlo indietro switchando al contrario (su Tinder non si torna indietro) il risultato sarà solo quello di aver espresso like per il profilo di qualcuno che invece non vi piace affatto (damn!).
Skippiamo al fatidico match,quel magico momento in cui Tinder ti avvisa che il tuo like è ricambiato e ti vengono aperte le porte di un nuovo incontro. Cosa si fa? Chi deve scrivere per primo? Come si rompe il ghiaccio? Siamo davvero disposti ad incontrare nella vita reale questo (seppur affascinante) sconosciuto? Al momento pare che solo un utente su 5 abbia la reale intenzione di andare oltre il gioco e concretizzare il tutto nella vita reale. Le conclusioni possibili a parer mio allora sono due: o il lato umano prevale ancora nei rapporti interpersonali e preferiamo ancora gli eventi vis à vis per conoscere nuove persone o è solo una timidezza iniziale verso la digitalizzazione dei rapporti e dobbiamo solo allenarci di più.
Nel frattempo in questi giorni al Web Summit di Dublino si parla di Tinder, di tech e anche di Metooo.