I Free party sono feste che si tengono in genere in luoghi isolati e insoliti come fabbriche abbandonate, boschi, cave o campi.
Ecco perché sono definiti free.
- l’ingresso non è a pagamento
- i musicisti non percepiscono compenso, ma si esibiscono per farsi conoscere o per amore della musica che quasi sempre è elettronica, tecno o goa.
- sono libere dalle regole e dai divieti sociali; questo vuol dire che spesso sono illegali perché prive delle autorizzazioni necessarie e irrispettose della normativa vigente.
I Free party possono durare solo una notte o un’intera settimana; se prevedono la partecipazione di diversi sound system, vengono definiti teknival.
Vengono pubblicizzati attraverso azioni teaser, social o attraverso la distribuzione gratuita e virale di oggetti che permettono di accedere alla festa o che devono essere mostrati o addirittura indossati durante il party.
Il luogo di svolgimento rimane segreto, una volta innescato il passaparola, poche ore prima dell’inizio, un ultimo messaggio svela l’arcano.
Le prime feste di questo tipo si diffusero negli anni ‘80 nelle grandi metropoli statunitensi, più precisamente nelle fabbriche di Detroit, per poi espandersi in Europa e soprattutto in Gran Bretagna.
Originariamente erano dette “rave party” , dal verbo inglese to rave che significa “entusiasmarsi” ma anche “farneticare”, “recriminare” perché queste feste erano espressione dello spirito di protesta e contestazione proprio degli anni ’80.
Il termine fu poi utilizzato da discoteche e music club per descrivere eventi commerciali, quindi non rispondenti all’ideologia di denuncia sociale, e fu sostituito da quello di Free party che cominciò a circolare in Francia negli anni ‘90.