Quando una famiglia del quartiere cadeva in disgrazia, ricordo perfettamente che mia nonna si dava da fare per raccogliere i soldi con i quali fargli la spesa. Avesse avuto la possibilità, ci avrebbe pensato da sola, ma non sguazzava certo nell’oro e capì che poteva fare comunque un’opera di bene chiedendo poco a tanti. Cominciava a bussare alle porte delle signore nel suo palazzo, a telefonare alle amiche con le quali diceva il rosario: negli anni aveva costruito una fitta rete di donatori seriali ben contenti di partecipare ad una buona causa con un solo click, quello del borsellino.
Ecco, mia nonna era quella che oggi si direbbe una piattaforma di crowdfunding…più o meno.
Le collette o raccolte fondi sono sempre esistite, quello che differenzia il crowdfunding è:
- il mezzo utilizzato, la tecnologia di cui dispone per raccogliere finanziamenti
- lo spirito, la mentalità che favorisce.
Il mezzo è la rete che consente di raggiungere un gran numero di persone, la folla, la crowd che compone metà del nome. Ovviamente la folla viene raggiunta attraverso delle piattaforme dedicate il cui compito è quello di mettere in contatto i creator, coloro che hanno un progetto da finanziare, con i backers, i finanziatori che condividono lo spirito del progetto, si identificano con il creator e decidono di donargli una cifra monetaria perchè realizzi il suo sogno.
[bctt tweet=”Il #crowdfunding spiegato da mia nonna”]
Esistono diversi tipi di piattaforma di crowdfunding:
- donation-based: non prevedono nessuna ricompensa in cambio della donazione. Vengono utilizzate per enti no profit e progetti umanitari (Caremaker e Retedeldono)
- reward-based: in cambio della donazione, i backers ricevono delle preview del progetto finanziato o un premio anche simbolico, ad esempio una cena con il musicista del quale si è finanziato il disco (Kickstarter e Musicraiser)
- equity based: più che donazioni, queste piattaforme consentono l’acquisto di quote della società del creator; sono utilizzate soprattutto per le start up (Siamosoci e Starteed)
- lending based: sono sistemi di microprestito in cui chi presta il denaro viene ricompensato da un tasso di interesse agevolato (Prestiamoci)
Ma quello in cui il crowdfunding credo faccia davvero la differenza rispetto al passato è la mentalità: il crowdfunding ha in un certo senso sdoganato “la richiesta di aiuto finanziario”, ha ridotto il grado di disperazione che caratterizza chi ha un progetto ma non ha i soldi per realizzarlo. Inoltre, mentre in passato la raccolta fondi veniva messa in atto da un terzo(vedi mia nonna), sulle piattaforme più famose del mondo, Kickstarter e Indiegogo, sono i bisognosi a proporre un progetto e chiedere una mano, purchè sia pena di soldi. Ovviamente esistono anche piattaforme old style come Caremaker in cui i promotori sono amici, parenti o conoscenti che aiutano persone a realizzare i loro sogni o obiettivi.
Il Crowdfunding Industry Report ha stabilito che nel 2014 nel mondo sono stati raccolti 16,2 miliardi di dollari e per il 2015 ne sono previsti più del doppio.
Quindi, se avete in mente un evento megagalattico e non siete riusciti a trovare degli sponsor, non perdete tutte le speranze, avete ancora una chance: chiedete una donazione e per farlo usate Metooo.
Come? Create il vostro evento con Metooo, inserite un biglietto della tipologia “donazione” e chiedete a tutti i vostri contatti di darvi una mano inviandogli una email di invito.
Sono convinta che saranno tutti super felici di aiutarvi a realizzare il vostro sogno.