Rocco Rossitto è un freelance e consulente che si occupa di social media management, digital strategy… insomma di digital marketing a 360°. Tra le tante cose ha dato vita, insieme a +Add Design, a Dieci Cose. Qui trovate qualche risposta che ci ha dato a proposito dei suoi progetti e del mondo degli eventi.
1. Raccontaci di Dieci Cose, di ciò che c’è alle spalle e di come è nata l’idea.
Dieci cose – il web in pratica nasce dalla voglia di creare un percorso di formazione legato al mondo del web che fosse itinerante. Per poter dare la possibilità di seguire dei corsi con docenti molto qualificati e protagonisti della scena digitale italiana (al momento) senza dover per forza andare a Milano, città centro della comunicazione in Italia. Inoltre l’idea è un po’ quella del superamento del “corso di formazione”, tanto che come sottotitolo abbiamo scelto “incontri pratici su come va il web oggi”. Per cercare di riflettere un po’ i cambiamenti in corso. Di solito nei corsi si parla di qualcosa che è già avvenuta, con dieci cose proviamo anche un po’ ad imparare come affrontare i cambiamenti continui che ci sono “in questo mondo”. Almeno ci proviamo. Il nostro obiettivo è quello di lasciare più dubbi che risposte alla fine degli incontri. Più stimoli che certezze.
Ancora sull’essere itineranti: noi (io, Claudio ed Emanuele) viviamo a Catania. L’idea di base era appunto creare un evento qui. Ma per poterlo fare abbiamo pensato di iniziare dal nord e pian piano scendere. Siamo in cammino.
2. “Dieci cose – il web in pratica”: al di fuori degli schematismi da social media tips che compaiono di solito online? Come hai scelto i docenti?
Il nome è un paradosso voluto. Infatti nel sito scriviamo “le liste servono solo a mettere ordine, non ad esaurire la curiosità“. Ma anche nasce appunto dall’idea che non basti una lista di “how to” o di “tips” per imparare a fare qualcosa, quando e soprattutto, questo qualcosa ha a che fare con il web. Una volta scrissi un piccolo post dal titolo “Le guide sui social” prendendo un po’ in giro tutti quei post da “5 modi per avere più follower su Twitter“.
Per i docenti semplicemente perché sono tra i più preparati professionisti del settore. E non lo dico io, ovviamente. Non sono gli unici, mi pare evidente. Con ognuno c’è un rapporto pregresso a dieci cose. Con alcuni c’è pure una collaborazione di lavoro, con tutti una amicizia. Questo è alla base di dieci cose: la stima e l’amicizia tra chi tiene gli incontri.
3. Hai notato che ormai gli eventi sono diventati una vera e propria leva di marketing? Soprattutto nel campo editoriale (Guardian, Wired, Repubblica) gli eventi stanno creando buzz. Riusciranno a salvare il mondo dell’editoria?
Gli eventi sono importanti, una ottima leva di marketing, ma non salveranno il mondo dell’editoria, altrimenti quel mondo non sarà più dell’editoria, ma degli “eventi”. Il centro dell’editoria continuerà ad essere l’editoria: magari cambierà forma e formati, ci saranno sempre più iniziative, certo, ma gli eventi sono qualcosa che ruota intorno. Come quando Veltroni lanciò i vhs con i giornali.
4. Quali sono le differenze tra le esperienze di chi lavora come dipendente e di chi è imprenditore o freelance? Quali scelte consiglieresti a chi ora ha 20 anni?
Si iniziano a dare consigli “a chi ora ha 20 anni” quando si ha un bel po’ di esperienza, io non so se sono nelle condizioni per farlo. Tuttavia ti rispondo così: “studiare” e fare. Tanto. Le virgolette le metto non per sminuire questa parte importante della formazione, ma per aumentarne la potenza. Studiare non solo nel percorso che si è scelto di fare, studiare sempre, essere curiosi, aprire un libro di fisica quando si è iscritti a lettere, dedicarsi un po’ alla poesia quando si fa informatica. E poi fare. Sei un designer? Bene, inizia a creare il tuo portfolio progettando dieci marchi di aziende che non esistono. Oppure fai restling dei dieci marchi più famosi con la frutta e la verdura (oddio, non seguite alla lettera, mi raccomando). L’unico consiglio è che chi ha esperienza ha una marcia in più, adesso. Non basta più il titolo di studio, conta quello che hai fatto. Vuoi fare la traduttrice ma al momento non trovi nessuno che ti fa fare traduzioni? Apri un blog e traduci le prime pagine dei giornali stranieri. Presentanti con qualcosa che hai fatto, non con qualcosa che prometti di fare. E se hai 20 anni probabilmente hai un po’ di tempo per fare qualcosa mentre studi, questo qualcosa sarà il tuo bagaglio e probabilmente il motivo per cui sei stato scelto.
5. Hai mai usato Metooo? Che ne pensi?
No, lo confesso. Ma recupererò. Da quel che vedo sulla home mi sembra un servizio ben fatto.
Grazie a Rocco!