Era il 1999 quando sui computer di mezzo mondo comparse un programma che avrebbe rivoluzionato la storia della musica: Napster. Decenni di download illegali, di traffico di copie pirata e di crisi economica hanno influito negativamente su molte industrie, ma in particolare sul mondo discografico incidendo in particolare sulle abitudini d’acquisto di milioni di persone che non manifestano più quel feticismo per il cd (o ancora di più per il vinile) che era una costante delle fanbase di ogni artista, ma si accontentano di ascoltare la musica in streaming, di scaricarla legalmente o di viverla unicamente attraverso i concerti dal vivo.