Siamo abituati a raccontare la nostra vita a getto continuo: parole, parole, parole. Twitter ci costringe a limitarci a 140 caratteri, i vecchi sms ce ne offrono qualcuno in più per sintetizzare i nostri pensieri, ma tra WhatsApp e Facebook passiamo intere giornate a scrivere senza neppure concentrarci sulle emozioni che vogliamo trasmettere. Ci dilunghiamo, ma non lavoriamo sul nostro stile, diventando più prolissi di un romanzo russo.